Gay Fascisti: Testa sotto la sabbia?

Per il personaggio di "Italo, Gay Fascista che pesta i froci, ma ama il suo camerata", il grafico che lo ha disegnato e proposto come uno dei tanti personaggi "Puraido" (rappresentativi dello scorso Bologna Pride), è stato fatto oggetto di un vero e proprio attacco mediatico sul web, da parte di una parte del movimento LGBT; Facciamo Breccia in primis.

Ma noi vogliamo chiederci e chiedere a voi questo: Sui gay fascisti, vogliamo nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi?

Qualche anno fa, alcuni volontari di Arcigay Pianeta Urano che stavano dietro ad un banchetto informativo presso una nota discoteca gay del veronese, furono avvicinati da un ragazzo di bell'aspetto che dichiarò loro con tono di sfida (e per niente scherzoso): "Sono fascista e ne sono orgoglioso!".Dopo un primo concitato scambio di battute, per poco non si arrivò al tafferuglio, poi placato dall'intervento di altre persone.
Quell'episodio non ce lo siamo mai dimenticato, come pensiamo che un fondo di verità ce l'hanno tutti quei racconti di amici che narrano di essersi rimorchiati in luoghi di cruising più o meno nascosti (e persino in discoteche dichiaratmente frequentate da gay), militanti di Forza Nuova o della Fiamma Tricolore.
Perciò ci chiediamo se è giusto saltar addosso a qualcuno, che in maniera ironica, come ha fatto Lorenzo "Q" (Grafico del Bologna Pride) ha posto la questione.
Pensiamo davvero che i gay, senza escludere le lesbiche e i trans, siano tutti di sinistra, antirazzisti e antifascisti?
Forse "Italo", il personaggio di Lorenzo "Q", ci servirà a togliere la testa da sotto la sabbia e a chiederci il perchè ci sono gay, lesbiche e forse anche trans che simpatizzano (o militano) in partiti dichiaratamente razzisti e omofobi.

Fateci sapere la vostra, mandandoci una e-mail a: arcigayveronablog@gmail.com o facendo un commento sotto a questo articolo.

Segue articolo dal Corriere di Bologna ( pubblicato anche su gaynews)
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GAY RADICALI CONTRO IL GRAFICO DEL PRIDE BOLOGNA: «QUEL MANIFESTO L'HA FATTO UN FASCISTA» Franco Grillini: Il dramma è che in questo mondo c'è chi si prende troppo sul serio
domenica 20 luglio 2008 , di Corriere Bologna e Gaynews

Messo alla gogna per uno dei suoi manifesti del Gay Pride. Quello in cui figura Italo, naziskin omosessuale. È quanto sta accadendo a Q, nome d'arte di Lorenzo, giovane grafico bolognese, l'ideatore della campagna per il Pride.

Un pezzo del movimento gay, quello più radicale, e della sinistra antagonista, lo accusa ora di essere fascista. In rete attacchi personali e, come dicono gli amici del Cassero, «toni da fatwa contro di lui».

Artista (gay) bolognese alla gogna su Internet anche perché iscritto a un forum di destra Lui: «È solo curiosità»

Persino Sabina Guzzanti, durante la feroce invettiva lanciata dal palco del «No Cav Day», ha speso qualche parola sul Gay Pride di Bologna.





E su un manifesto della campagna. Parole contro, naturalmente: «Sul palco c'erano tante bandierine, tra queste c'era la figurina di un ragazzo con la svastica sulla cintura e la scritta diceva "mi chiamo Italo, odio i froci ma amo il mio camerata". Perché il Gay Pride e l'Arci non hanno voluto prendere posizioni antifasciste », ha sentenziato Sabina la fustigatrice.

Quel manifesto era ironico.

Italo — l'omino dai tratti ariani con la testa rasata, la polo nera e gli anfibi — era una provocazione. Una chiara provocazione, nelle intenzioni degli organizzatori del Pride. E di chi l'ha disegnato: Q, nome d'arte di Lorenzo, grafico bolognese di 29 anni, conosciuto in città anche per la sua collaborazione con il gruppo Carni Scelte (provocatori nati, quelli della performance «La Madonna piange sperma» per intenderci). Nei confronti di Q, a causa di quel manifesto che voleva solo prendere un po' in giro lo stereotipo del gay di destra, è scattato un vero e proprio linciaggio. Insulti, toni da fatwa e minacce contro il grafico bolognese, omosessuale e di sinistra, viaggiano ormai da giorni on line. I siti dell'antagonismo, come Indymedia, ne sono pieni. «Fascista»: è l'accusa più gentile che gli muovono.

Non solo, il suo indirizzo di posta elettronica sta progressivamente scomparendo, cancellato dalla mano censoria di alcuni «compagni», da tante mailing list della sinistra radicale.

L'articolo del Corriere

Per capire le ragioni del linciaggio contro l'artista bolognese bisogna tornare al 28 giugno, giorno del Pride, e al fermo di polizia di Graziella Bertozzo, attivista di Facciamo Breccia. Quell'episodio ha messo in luce una spaccatura già esistente nel mondo gay e lesbico. Due visioni del mondo e due modi di intendere le lotte diversi, proprio come nella sinistra: da una parte l'Arcigay e altre realtà più «dialoganti», dall'altra i radicali come Facciamo Breccia e Antagonismogay che, il 28 giugno, hanno accusato i primi di essere fascisti per aver chiamato la polizia quando Bertozzo ha preteso di salire sul palco. Il gioco è presto fatto: che Arcigay & co. fossero fascisti, è la tesi dei «duri » del movimento, si capiva già da quel manifesto. I «compagni » che accusano Q si sono anche premurati di indagare su di lui (questo sì in stile poliziesco). E hanno scoperto che il suo nome spunta in un blog di estrema destra. «Parla con i fascisti di Casa Pound», «quel fascista di Q deve sparire» tuonano dei compagni (rigorosamente anonimi) sul web. Vero, Q si è iscritto a un forum di destra, dando per altro le sue generalità. «Sono uno curioso — spiega l'artista — mi sono iscritto a quel forum poco prima del Pride solo perché mi interessa parlare con chi non la pensa come me». «E dire che a Bologna a guidare la crociata contro di me è Antagonismogay, a cui ho disegnato il logo », scherza Lorenzo.

Mentre sul web gli attacchi si moltiplicano, Lorenzo è all'estero. Ma a Bologna c'è chi è seriamente preoccupato per lui. Sono gli amici del Cassero e di Arcigay. A parlare per loro è Emiliano Zaino, coordinatore del Pride: «In quello che leggo in rete contro Lorenzo, che non è affatto fascista, ci sono toni minacciosi. Così anche nella lettera scritta da Graziella Bertozzo. Certe parole possono mettere a rischio l'incolumità di una persona». Dalla parte dell'ideatore di Italo anche il candidato sindaco bolognese Franco Grillini: «Che stupidità, come si può non capire l'ironia che c'è dietro Italo. Il problema è che nel movimento gay, come nella sinistra, c'è chi si prende troppo sul serio, chi manca di autoironia. Li conosco bene, perché dicono cose che io dicevo trent'anni fa».

Zaino (Cassero) Contro il nostro amico usano toni da fatwa E adesso temiamo per la sua incolumità



(sopra) Il disegno "incriminato" di Italo per il pride di Bologna opera del grafico Lorenzo alias "Q"

Commenti

Anonimo ha detto…
Purtroppo di gay fascisti ce ne sono tanti, e non solo fascisti.
Anche di leghisti, che sono peggio ancora.
Anonimo ha detto…
Ma come movimento possiamo scegliere di essere antifascisti, no? O perchè esistono nel mondo dei gay di destra il movimento non può essere antifascista. Che discorso è?
Anonimo ha detto…
No alla criminalizzazione dei movimenti

Facciamo Breccia risponde ad articolo apparso il 20/07/08 sul Corriere di Bologna

Facciamo Breccia intende chiarire alcune “imprecisioni” pubblicate nell’articolo “Gay radicali contro il grafico del pride Bologna: «quel manifesto l'ha fatto un fascista»” apparso sul Corriere di Bologna in data 20 luglio 2008.

Facciamo Breccia, che si dichiara dalla sua nascita antifascista, in questo momento storico ritiene che l’antifascismo debba essere al centro della riflessione e dell’azione del movimento lgbt e di tutti i movimenti. Proprio su questa base era stata mossa una critica al Bologna Pride, a nostro avviso eccessivamente “neutro”, e alla campagna di comunicazione ideata per il pride bolognese stesso da Lorenzo Q Griffi, membro del Direttivo Bologna Pride: “Sabato 28 giugno saremo anche a Bologna, per dare visibilità a i valori etici che Facciamo Breccia promuove e rilancia ogni giorno: autodeterminazione, laicità, antifascismo, liberazione. Parteciperemo con uno spezzone di Facciamo Breccia perché i nostri corpi e le nostre pratiche abbiano la meglio, senza alcuna ambiguità, su marionette e pupari, specie quelli che, come "Italo" non rappresentano né orgoglio né gioia né liberazione”, si può leggere nel documento di partecipazione di Facciamo Breccia.

Questo è il nostro posizionamento politico a cui altri danno l’etichetta di “radicale” o “duro”.
L’uso dell’immagine di un neofascista per promuovere il pride (la figurina di Italo che “odia i froci ma ama il suo camerata” a cui si riferisce l’articolo del Corriere) non è stata criticata solo da Facciamo Breccia ma anche, ad esempio, dal blog http://marginaliavincenzaperilli.blogspot.com/ che ha lanciato la campagna “Un Italo da rottamare”. Proprio in seguito a questa campagna sono divenute note, (pubbliche lo erano già) le posizioni di Lorenzo Q Griffi che sul forum Vivamafarka – destra radicale e dintorni, affermava: “Verosimilmente il fatto che è stata proprio l'interazione col comitato pride che mi ha reso "fascista”".
Facciamo Breccia ricorda anche di non avere mai usato la parola “fascista” né per definire il Comitato Bologna Pride né Arcigay - al contrario di quanto invece ha fatto il presidente di questa associazione, Aurelio Mancuso, nei confronti di Facciamo Breccia in un comunicato pubblico - proprio perché sappiamo cos’è il fascismo e non lo confondiamo né con il qualunquismo né con l’incapacità di accettare il dissenso politico.
Rigettiamo fortemente il tentativo messo in atto da Arcigay e Comitato Pride Bologna di criminalizzare Facciamo Breccia e diffonderne una visione violenta: ovviamente noi non abbiamo minacciato nessuno e Lorenzo Q Griffi può fare e andare dove vuole, noi vogliamo solo non dover fare politica con lui. Invece utilizzare frasette anonime che sarebbero apparse sul web per attaccare Facciamo Breccia ci sembra davvero una miseria politica a cui non vogliamo prendere parte.
Facciamo Breccia è un coordinamento che basa la propria analisi e il proprio agire sull’autodeterminazione, l’antifascismo e l’autorganizzazione, che utilizza pratiche di movimento mai violente e che, nonostante i tentativi di ridurci alla mera difesa di noi stesse/i in tribunale e sui media, continuerà il proprio percorso. A partire da martedì 22 luglio quando proprio a Bologna Facciamo Breccia ha indetto, insieme a Antagonismo gay, Fuoricampo e Coordinamento trans Sylvia Rivera Bologna, l’assemblea “Quel che resta del pride” (ore 21, 30, Vag 61, via Paolo Fabbri). La nostra unica arma sono le parole, chi vuole può ascoltarle e dire la propria, chi non vuole la smetta di indicarci ridicolamente come “soggetto pericoloso”.
Coordinamento Facciamo Breccia
Anonimo ha detto…
GUARDATE CHE IO SONO GAY E DI FORZANUOVA siamo in tanti