Fuori i fascismi dalle nostre vite

Ci sono diversi livelli di violenza fascista: le incursioni dei militanti di Casapound per le strade di Veronetta, le squadre di Forza Nuova sugli autobus e i gravi atti di censura dell’amministrazione comunale.

Il sindaco Sboarina aveva definito nel suo programma la famiglia come “un piccolo stato nello stato che deve adempiere ad una precisa missione”: 

quella di riprodursi. Ha promesso di “tutelare la vita dal concepimento alla morte naturale”, di “contrastare la diffusione delle teorie gender nelle scuole” e di “ritirare dalle biblioteche e dalle scuole (nidi compresi) i libri e le pubblicazioni che promuovono l’equiparazione della famiglia naturale alle unioni di persone dello stesso sesso”. 
Ha promesso, infine, di “interrompere le iniziative che promuovono anche indirettamente questo stesso obiettivo”.

L’interruzione citata nel programma di Sboarina si è concretizzata con la grave decisione della sua amministrazione di vietare lo svolgimento della rassegna Biblioteca Vivente all’interno del Tocatì. E questo ha significato negare l’accesso alla cultura a tutte e a tutti. E negare l’esistenza e la visibilità a soggettività politiche che vivono quotidianamente lo spazio pubblico della nostra città.


Come cittadini e cittadine che ritengono che la loro libertà sia stata calpestata, stiamo lavorando a delle iniziative per rendere visibile ciò che questa amministrazione vuole censurare e nascondere: l’esistenza stessa di lesbiche, gay, trans, bisessuali, donne, famiglie arcobaleno e di tutte le persone con identità di genere e orientamenti sessuali non binari, anche attraverso i libri che parlano di loro.


Le nostre iniziative partono proprio dai libri: da quei libri per bambini e bambine che sono considerati una minaccia.

Riteniamo che tra la presenza di questi gruppi violenti e fascisti e l’azione del sindaco ci sia continuità: l’obiettivo è negare l’esistenza e la voce a tutte quelle vite che non si conformano all’eteronormatività della famiglia naturale.

Siamo tutte e tutti qui in piazza per lo stesso motivo: per contrastare la violenza fascista che si manifesta per le strade. Ma vi chiediamo di lavorare contro quella stessa violenza fascista, omofoba, misogina, transfobica exenofoba che, in giacca e cravatta, si manifesta a Palazzo Barbieri.


Per contattarci: 


verona.cittadine.i@gmail.com


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