C’è una discriminazione anche nell’eroicità? Può la vita sessuale rendere vani tutti gli altri aspetti dell’esistenza? Una brava persona omosessuale non è uguale ad una eterosessuale? da Gaynews
Roma - (Donna10.it) - La Strage di Utoya, il folle proposito estremista di Breivik; un gesto d’odio e dettato da ideali malati è diventato anche teatro di gesti eroici da parte di civili che hanno fatto il possibile per salvare gli adolescenti in fuga dall’isolotto norvegese, terrorizzato dagli spari del terrorista. E’ bello ricordare come, in situazioni di panico generale ed allarme alle stelle, la popolazione sia la prima a mostrare solidarietà ed a sentire il bisogno di salvare quante più vite possibile. Ma, a volte, l’informazione compie delle discriminazioni insensate ed ingiuste che non rendono giustizia ad alcune di queste persone straordinarie. E, purtroppo, ciò è accaduto anche per Utoya.
Si è parlato del tedesco Marcel Gleffe che, al timone della propria barca, è corso a dare soccorso alle vittime non appena ha udito gli spari. La BBC ha accennato all’eroe di nome Helge che ha tratto in salvo sulla propria imbarcazione cinque giovani, tra cui uno gravemente ferito. Il web, poi, ha giustamente esaltato Otto Loevik che ha recuperato 50 giovani dal teatro di morte, proprio nel momento massimo di follia di Breivik; le sue scelte sono state immediate ed immaginatevi il conflitto interiore di dover scegliere chi salvare e chi, purtroppo, lasciare al suo destino. Gli eroi da applaudire con ammirazione non sono, però, terminati. Avete mai sentito parlare di Toril Hansen e Hege Dalen? Probabilmente no, vero? Eppure anche loro sono eroine come gli altri!
Allora, dobbiamo formulare il retropensiero per il quale non ne abbiamo avuto contezza perchè sono una coppia omosessuale? Visto che anche le due donne hanno tratto in salvo 40 giovani dalla riva di Utoya, non troviamo altra spiegazione al silenzio dei media riguardo il loro gesto straordinario. Menomale che la Norvegia era tollerante! Ne hanno parlato, per onore di cronaca, solo un giornale finlandese, blog specializzati sul web e moltissime persone su Twitter. Come spesso accade, sono i Social Network a lanciare le notizie migliori e spesso ignorate dalla stampa tradizionale!
Il blog Talk About Equality si chiede come mai il gesto eroico di una coppia di donne omosessuali sia stato taciuto anche dai cosiddetti “squali” di storie di questo genere. In questo caso, nessuna caccia alla notizia. Meglio ignorarla… E che vergogna, aggiungiamo noi! Il problema, probabilmente, è alla “fonte”, in tutti i sensi. Deve esserci stata una lacuna voluta ed iniziale, nelle prime ore in cui i giornali locali raccoglievano testimonianze e facevano stime. Probabilmente, queste sorgenti, preziose poi per i resoconti di tutti i più importanti tabloid, avevano dei pregiudizi che ne hanno inficiato l’obiettività.
Noi, prima di gridare all’ennesimo caso di omofobia, vogliamo ipotizzare che la coppia, magari, nel caos generale del momento, non sia venuta a contatto con alcun giornalista. Ma se un cronista avesse raccolto la testimonianza e volutamente non l’avesse pubblicata nel proprio giornale o blog, allora il discorso sarebbe grave e da denunciare. C’è una discriminazione anche nell’eroicità? Può la vita sessuale rendere vani tutti gli altri aspetti dell’esistenza? Una brava persona omosessuale non è uguale ad una eterosessuale? Siamo ancora a questo bigottismo?
E’ il The Telegraph ad onorare, finalmente, le due eroine ed a denunciare il silenzio passato dei media. Noi accogliamo il suo appello e le onoriamo in Italia. Gli eroi non hanno sesso, cultura, nazionalità… Gli eroi sono anime straordinarie che non restano a guardare la morte dell’altro…
Roma - (Donna10.it) - La Strage di Utoya, il folle proposito estremista di Breivik; un gesto d’odio e dettato da ideali malati è diventato anche teatro di gesti eroici da parte di civili che hanno fatto il possibile per salvare gli adolescenti in fuga dall’isolotto norvegese, terrorizzato dagli spari del terrorista. E’ bello ricordare come, in situazioni di panico generale ed allarme alle stelle, la popolazione sia la prima a mostrare solidarietà ed a sentire il bisogno di salvare quante più vite possibile. Ma, a volte, l’informazione compie delle discriminazioni insensate ed ingiuste che non rendono giustizia ad alcune di queste persone straordinarie. E, purtroppo, ciò è accaduto anche per Utoya.
Si è parlato del tedesco Marcel Gleffe che, al timone della propria barca, è corso a dare soccorso alle vittime non appena ha udito gli spari. La BBC ha accennato all’eroe di nome Helge che ha tratto in salvo sulla propria imbarcazione cinque giovani, tra cui uno gravemente ferito. Il web, poi, ha giustamente esaltato Otto Loevik che ha recuperato 50 giovani dal teatro di morte, proprio nel momento massimo di follia di Breivik; le sue scelte sono state immediate ed immaginatevi il conflitto interiore di dover scegliere chi salvare e chi, purtroppo, lasciare al suo destino. Gli eroi da applaudire con ammirazione non sono, però, terminati. Avete mai sentito parlare di Toril Hansen e Hege Dalen? Probabilmente no, vero? Eppure anche loro sono eroine come gli altri!
Allora, dobbiamo formulare il retropensiero per il quale non ne abbiamo avuto contezza perchè sono una coppia omosessuale? Visto che anche le due donne hanno tratto in salvo 40 giovani dalla riva di Utoya, non troviamo altra spiegazione al silenzio dei media riguardo il loro gesto straordinario. Menomale che la Norvegia era tollerante! Ne hanno parlato, per onore di cronaca, solo un giornale finlandese, blog specializzati sul web e moltissime persone su Twitter. Come spesso accade, sono i Social Network a lanciare le notizie migliori e spesso ignorate dalla stampa tradizionale!
Il blog Talk About Equality si chiede come mai il gesto eroico di una coppia di donne omosessuali sia stato taciuto anche dai cosiddetti “squali” di storie di questo genere. In questo caso, nessuna caccia alla notizia. Meglio ignorarla… E che vergogna, aggiungiamo noi! Il problema, probabilmente, è alla “fonte”, in tutti i sensi. Deve esserci stata una lacuna voluta ed iniziale, nelle prime ore in cui i giornali locali raccoglievano testimonianze e facevano stime. Probabilmente, queste sorgenti, preziose poi per i resoconti di tutti i più importanti tabloid, avevano dei pregiudizi che ne hanno inficiato l’obiettività.
Noi, prima di gridare all’ennesimo caso di omofobia, vogliamo ipotizzare che la coppia, magari, nel caos generale del momento, non sia venuta a contatto con alcun giornalista. Ma se un cronista avesse raccolto la testimonianza e volutamente non l’avesse pubblicata nel proprio giornale o blog, allora il discorso sarebbe grave e da denunciare. C’è una discriminazione anche nell’eroicità? Può la vita sessuale rendere vani tutti gli altri aspetti dell’esistenza? Una brava persona omosessuale non è uguale ad una eterosessuale? Siamo ancora a questo bigottismo?
E’ il The Telegraph ad onorare, finalmente, le due eroine ed a denunciare il silenzio passato dei media. Noi accogliamo il suo appello e le onoriamo in Italia. Gli eroi non hanno sesso, cultura, nazionalità… Gli eroi sono anime straordinarie che non restano a guardare la morte dell’altro…
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